venerdì 15 novembre 2013

'Il Papa spaventa la mafia: la sua vita è in pericolo': l'allarme del procuratore Gratteri

Papa Francesco potrebbe essere in pericolo. A rivelarlo è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, che in un'intervista a Il Fatto Quotidiano spiega perché il Pontefice potrebbe finire nel mirino della mafia finanziaria.





"Il Papa - ha dichiarato il procuratore calabrese - sta facendo innervosire i boss, che se potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. E di certo - aggiunge Gratteri - ci stanno già pensando".

Il Papa che spaventa i boss
Con i suoi moniti e richiami alla povertà, il Papa che per primo si è ispirato al Poverello di Assisi ha da subito manifestato un'innegabile fermezza nel suo ispirarsi al Santo che si spogliò dei beni materiali. In perfetta coerenza con l'insegnamento francescano, il Papa ha dato più volte esempio di povertà e umiltà, scegliendo di appendere al collo una croce d'argento in luogo di quella aurea, di muoversi a bordo di utilitarie, di inviare soldi a poveri e bisognosi, abbracciando i malati, gli ultimi.
Segnali, secondo il procuratore Gratteri, di assoluta credibilità nel proposito di fare pulizia. Eventualità che spaventa non poco i boss della 'ndrangheta

Bergoglio contro lusso e potere


Il Papa rema contro il lusso e, nel farlo, è credibile e coerente, puntando dritto al tentativo di smontare i centri di potere economico in Vaticano. In questo modo, secondo il procuratore, per i boss viene meno un punto di riferimento per quella mafia finanziaria che fino ad oggi si è nutrita delle connivenze con l'apparato ecclesiastico.
Del resto, come raccontato da Gratteri nel libro "Acqua Santissima", scritto insieme allo storico Antonio Nicaso, è noto come i preti si rechino frequentemente a bere il caffè nelle case dei boss, suggellando quello storico legame tra mafia e Chiesa di cui la malavita si nutre traendo forza e legittimazione.

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